aggiornamento del 20 aprile 2014 :) :d
No, non mi ero dimenticato di questo sito xD ho messo un racconto serio che ho fatto in seconda superiore, l'ultimo che avevo deciso di non mettere perché la trama aveva un errore (per evitare tanti spoiler: la prima volta una cosa non si poteva fare, la seconda volta sì (per errore) e la terza volta non si poteva nuovamente fare. E inoltre, c'erano disgustosi errori di punteggiatura (mettevo virgole in continuazione: anche al posto del punto, dei due punti e anche dove non servivano affatto). È stata dura renderlo un racconto corretto senza sconvolgerne il significato, ma ci sono riuscito prendendo piccoli accorgimenti! Purtroppo non ho altri racconti di questo periodo (facevo quasi solamente disegni), ma ne sto facendo altri, molto "potenti". Ahahah :) ciao a tutti!
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22 agosto 2013
I racconti demenziali sono ormai postati tutti, avendo postato persino gli ultimi raccontini di un bel giorno noioso delle medie. Ormai sto scrivendo
grandi racconti, ma probabilmente il prossimo sarà terminato entro Marzo 2014, state aggiornati!
grandi racconti, ma probabilmente il prossimo sarà terminato entro Marzo 2014, state aggiornati!
non so cosa scrivere
Ehm... altri racconti per voi, perché siete stati bravi e avete fatto i compiti (sto dicendo cose a caso, non fateci caso u.u ahahah)
22 giugno 2013
Con soli 15 giorni di ritardo, ho caricato un'altra mia vecchia ma bella storia u_u tratta dallo stesso quaderno del Rus e dell'artiglio supremo xD di quaderni ne ho 7 (delle medie, dove ho scritto storie), se ricordo bene... ciao ^^
6 giugno 2013 (devo dire che è passato molto tempo xD)
Non ho proprio voglia di far nulla eh :D domani metto qualche altra storia, è un premio per la vostra bontà :D
domenica 27 gennaio 2013
Mi scuso per la mancanza di aggiornamenti nel sito, rimedierò al più presto.
AGGIORNAMENTO :D
La mia migliore storia delle medie (Terra: Ipotesi D'Impatto) e stata aggiunta, buona lettura xD
ciao
Buongiorno gente, questo e il mio sito dove mettero i miei racconti, li mettero molto presto, state in linea :) 12/12/12
IRON MAIDEN - RIME OF THE ANCIENT MARINER
Che bella canzone *-*
...
Matematica era una ragazza molto simpatica. Viveva in una società piena di disequazioni sociali e sentiva una certa divisione tra lei e le sue coetanee. C'erano alcuni fattori per i quali lei era sottratta da questa popolarità, come ad esempio il suo aspetto fisico, che era la radice di tutti i suoi problemi, ma la sua simpatia non aveva limiti. E allora andò a farsi fare un'operazione al seno, così facendo esso non fu più naturale, ma a lei non importava. L'espressione sulla sua faccia era piena di potenza, sapeva che finalmente avrebbe potuto conquistare qualche ragazzo con il suo lato AB. Purtroppo, però, anche in quel momento i ragazzi non la calcolavano, non contava più nulla per loro. Un giorno trovò un vero amico, chiamato Italiano, un ragazzo molto razionale, che giudicava le persone dal carattere, ma arrivo il momento che lui si trasferì in l'Islanda, da quel punto la loro distanza fu il loro massimo comune divisore. Una compagna di Matematica, invidiosa, le disse che quel ragazzo era molto cattivo. Matematica non le diede retta e le disse:<<Cerchi di allontanarmi da lui? Non potrai mai, lui sarà sempre nel mio cuore!>>. Così dicendo, tornò a casa. Pensò a lui notte e dì, era la base della sua felicità. Verso il periodo di Natale, Italiano andò in vacanza nella stessa città di Matematica e si incontrarono. Matematica lo salutò e le confessò il suo amore. <<Perché le cose sono così difficili?>>, disse. Italiano la consolò, dicendole:<<Ti va di semplificarle?>>. Matematica fu felice e si fidanzarono. Da quel momento la sua gioia crebbe in modo esponenziale, la gelosia delle altre ragazze era incognita a loro due, infatti esse tentarono di trovare dei sistemi per farli lasciare, senza riuscirci. Il loro amore era infinito, ma le altre ragazze erano così ottuse da non capirlo. Così Matematica e Italiano si misero insieme ad ascoltare gli Iron Maiden, meravigliandosi di quanto possa essere acuta la voce di Bruce Dickinson.
FANTASIE PARANOICHE
La signora Aronsdóttir ritornò a casa dopo una violenta tempesta di neve. Indossava un giubbotto nero e dei pantaloni di lana e portava con sé una borsa nera. Indossava vestiti neri per trattenere il calore. Chiuse la porta e accese il riscaldamento. Per intrattenersi, provò ad accendere la TV, ma la corrente elettrica era andata. Emilía sentì un rumore, sembravano dei passi, come se qualcuno fosse in casa. Emilía sussurrò, un po' spaventata: "C'è qualcuno?". Non ci fu risposta. Emilía iniziò a tremare come la coda di un canguro che trema. Il vento produceva un rumore spaventoso e si sentiva spesso il rumore di un gatto che urla come una bambina. Un coltello cade per terra, tagliando la carta d'identità di Emilía Aronsdóttir. Emilía è presa dal panico, sa che ora la sua carta d'identità non è più valida. I passi si fanno più vicini. Emilía sente qualcuno che scende le scale; "probabilmente è qualcuno che sta uscendo fuori, nonostante la tempesta", pensò Emilía. Sentì un rumore di chiavi che stavano per aprire la porta. "Amore, sei tu?", disse Emilía. La porta si aprì. "Certo!", disse Sigmundur, sorridendo. Emilía si avvicinò e lo abbracciò. "Tranquilla, sto bene! Sei preoccupata per la tempesta? Non mi sono fatto niente, solo un piccolo taglio in fronte a causa di un chicco di grandine che ha sbattuto contro di me ad alta velocità, appena finisce la tempesta andrò in ospedale, ma intanto disinfetto la ferita! Oh, che è successo alla tua carta d'identità?". Emilía rispose:<<Non lo so tesoro, è successo tutto all'improvviso... i passi... il coltello... la carta... la neve...", Emilía balbettava dall'ansia. Sigmundur disse:<<Stai tranquilla, andrà tutto apposto, ne faremo un'altra!>>. "No! Non capisci! I passi... il buio...". Emilía sentì nuovamente quei passi. "Li senti? Li senti, vero? Sono quì, oh no!", disse Emilía. "Cosa devo sentire?", rispose Sigmundur, "I passi... sono quì!", "Dimentichi che non viviamo soli?", "Ci sono gli spiriti, vero?", "No! Ci sono i nostri vicini". Sigmundur rise. "Sento dei passi", "Anch'io li sento, sono i nostri vicini", "No...". Qualcuno bussò. "Vado ad aprire", disse Sigmundur. Egli aprì la porta, ma non c'era nessuno. "Gli spiriti... gli spiriti sono quì!", disse Emilía. Ella tremava come l'acqua del WC in balia di un terremoto. "No, magari è stato il vento", risposte Sigmundur. "L'hai presa tu la cartà d'identita?", aggiunse. Emilía si accorse che la carta d'identità era scomparsa, e tremò ancora più di prima, tremò come una pizza in un frullatore. "L'arte deve essere aggressiva, se è bella non mi piace!", pensò Emilía. E così prese uno spicchio d'aglio, dicendo:<<Questo dovrebbe tenere lontani gli spiriti!>>. Sigmundur rispose:<<Però tiene lontano anche me!>>, tappandosi il naso con le dita. "Oh, spiriti maligni, allontanatevi da questa casa!", disse lei. "Non pensi di esagerare?", chiese Sigmundur.
Il vento soffiava impetuoso, con picchi di 100 km/h. La temperatura era di -17°C e la pressione atmosferica di 1024 mbar, così diceva il telegiornale, da una TV che si era appena accesa senza che nessuno lo facesse. Emilía era sempre più convinta che in casa ci fossero degli spiriti. Era vicina alla verità? L'ansia le stava procurando delle voglie suicide, si avvicinò alla finestra e decise di buttarsi in mezzo alla tempesta. Sigmundur disse:<<Puoi venire un attimo?>>. Ella si avvicinò a lui e le chiese cosa volesse. Patate fritte, ecco cosa voleva. C'era il suo programma TV preferito, non voleva perderselo neanche un momento, e per questo non voleva cucinare. Emilía pensò:"Sarà l'ultima cosa che cucinerò". La TV si spense all'improvviso: l'elettricità era nuovamente mancata. Sigmundur fu triste. Emilía ebbe la conferma degli spiriti, ormai non c'era alcun dubbio per lei. Una volta cucinate le patate, Emilía si recò vicino alla finestra per suicidarsi per mano della tempesta. Aprì la finestra, e il vento fece un rumore assordante. Sigmundur disse:<<Ti dispiacerebbe chiudere la finestra?>>, Emilía rispose:<<Mi sto suicidando, addio!>>. "Cosa?", urlò Sigmundur, sopreso. <<Gli spiriti infestano questa casa, non posso più vivere, ormai!>>. Sigmundur era spazzato via dalla tristezza e dalla sopresa, quando ad un certo punto disse:<<Se questa è la tua decisione, mi dispiace seriamente, ma ti prego, dammi qualcosa per farmi ricordare di te. Le tue scarpe, ad esempio!>>, "D'accordo", rispose Emilía. Sotto la sua scarpa sinistra c'era la sua carta d'identità. "L'avevi calpestata", disse Sigmundur. "Questo vuol dire che non ci sono spiriti in questa casa? E come spieghi allora, che la TV si accende e si spegne da sola?", disse Emilía, confusa. Sigmundur le spiegò:<<Non ci sono spiriti in questa casa: la carta di identità era "scomparsa" perché l'avevi calpestata, e la TV si era accesa perché l'interrutore era impostato su ACCESO e quindi appena l'elettricità era tornata si è accesa, e si è spenta da sola perché l'elettricità se n'è andata!>>. Emilía fu colta da un senso di benessere, e disse:<<Che sollievo, ho cambiato idea, rimango in questa casa e vivrò fino a quando la morte mi chiamerà!>>. Sigmundur sorrise e l'abbracciò.
Il vento soffiava impetuoso, con picchi di 100 km/h. La temperatura era di -17°C e la pressione atmosferica di 1024 mbar, così diceva il telegiornale, da una TV che si era appena accesa senza che nessuno lo facesse. Emilía era sempre più convinta che in casa ci fossero degli spiriti. Era vicina alla verità? L'ansia le stava procurando delle voglie suicide, si avvicinò alla finestra e decise di buttarsi in mezzo alla tempesta. Sigmundur disse:<<Puoi venire un attimo?>>. Ella si avvicinò a lui e le chiese cosa volesse. Patate fritte, ecco cosa voleva. C'era il suo programma TV preferito, non voleva perderselo neanche un momento, e per questo non voleva cucinare. Emilía pensò:"Sarà l'ultima cosa che cucinerò". La TV si spense all'improvviso: l'elettricità era nuovamente mancata. Sigmundur fu triste. Emilía ebbe la conferma degli spiriti, ormai non c'era alcun dubbio per lei. Una volta cucinate le patate, Emilía si recò vicino alla finestra per suicidarsi per mano della tempesta. Aprì la finestra, e il vento fece un rumore assordante. Sigmundur disse:<<Ti dispiacerebbe chiudere la finestra?>>, Emilía rispose:<<Mi sto suicidando, addio!>>. "Cosa?", urlò Sigmundur, sopreso. <<Gli spiriti infestano questa casa, non posso più vivere, ormai!>>. Sigmundur era spazzato via dalla tristezza e dalla sopresa, quando ad un certo punto disse:<<Se questa è la tua decisione, mi dispiace seriamente, ma ti prego, dammi qualcosa per farmi ricordare di te. Le tue scarpe, ad esempio!>>, "D'accordo", rispose Emilía. Sotto la sua scarpa sinistra c'era la sua carta d'identità. "L'avevi calpestata", disse Sigmundur. "Questo vuol dire che non ci sono spiriti in questa casa? E come spieghi allora, che la TV si accende e si spegne da sola?", disse Emilía, confusa. Sigmundur le spiegò:<<Non ci sono spiriti in questa casa: la carta di identità era "scomparsa" perché l'avevi calpestata, e la TV si era accesa perché l'interrutore era impostato su ACCESO e quindi appena l'elettricità era tornata si è accesa, e si è spenta da sola perché l'elettricità se n'è andata!>>. Emilía fu colta da un senso di benessere, e disse:<<Che sollievo, ho cambiato idea, rimango in questa casa e vivrò fino a quando la morte mi chiamerà!>>. Sigmundur sorrise e l'abbracciò.